11 giu 2018

RECENSIONE: Silvio Muccino - Quando eravamo eroi



TITOLO: Quando eravamo eroi
AUTORE: Silvio Muccino
SERIE:  /
GENERE: Narrativa Contemporanea
POV: Alternato
FINALE: Cliffhanger
EDITORE: La nave di Teseo




TRAMA

Alex ha trentaquattro anni e sta per tornare in Italia. Dalla sua casa ad Amsterdam guarda una vecchia foto che lo ritrae adolescente insieme ai quattro amici che allora rappresentavano tutto il suo mondo. Gli stessi che ha abbandonato da un giorno all’altro senza una spiegazione, quindici anni prima. Lui, Melzi, Eva, Torquemada e Rodolfo erano indissolubili, fragili e bellissimi, esseri unici e uniti come alieni precipitati su un pianeta sconosciuto a cui non volevano, non sapevano
conformarsi. Poi, qualcosa si è rotto. Ora che Alex sta per affrontare il passo più importante della sua vita, prima di chiudere i conti con quel passato e con la causa della sua fuga, ha bisogno di rivederli perché sente di dover confessare loro la verità. Una verità che lo ha portato ad un punto di non ritorno oltre il quale, di Alex, non resterà più nulla. Per Eva, Alex è stato il grande amore, per Rodolfo il rivale-amico che aveva rubato il cuore della ragazza di cui era innamorato, per Melzi un dio messo su un piedistallo, per Torquemada un enigma da risolvere. Nessuno è mai riuscito a superare il dolore di quell’abbandono che ha alterato il corso delle loro vite. Per questo, nonostante tutto, decidono di accettare l’invito di Alex a trascorrere tre giorni nella sua casa in campagna – meta e rifugio di tanti momenti passati insieme. Ma quando vi arriveranno, la rivelazione che li attende sarà infinitamente più scioccante di quanto avessero mai potuto immaginare. Sarà solo l’inizio di un weekend fatto di verità e confessioni, pianti e risate. Al loro risveglio, il lunedì mattina, nulla sarà più lo stesso. Un romanzo appassionato sulla forza dell’amicizia oltre il tempo e le metamorfosi, sul dolore e la meraviglia del diventare adulti, e sulla possibilità di essere, anche solo per un giorno, gli eroi della propria vita.


RECENSIONE

Care Lovers, oggi ho deciso di parlarvi di un romanzo talmente bello e originale che mi ha catturata fin dalle prime righe, un inno all’amicizia, all’essere unici e irripetibili in continuo mutamento ma sempre fedeli a se stessi.Fino a tre mesi fa conoscevo Silvio Muccino solo in veste di attore e regista, mi ha colpita con il film “Che ne sarà di noi” ma è con “ Parlami d’amore” che è entrato dalla porta principale e non ne è più uscito. Con il suo travolgente esordio di scrittore ora so che si è accomodato per bene in “casa” mia e non ha nessuna intenzione di lasciarla, o meglio, IO non gli permetto di andare via.Mi sono avvicinata al suo libro per curiosità lo ammetto, una vocina mi sussurrava che dovevo assolutamente leggere questa storia di amici, questo Alex che li riuniva dopo essere sparito per quindici anni mi suggeriva che probabilmente avrei conosciuto un aspetto della persona famosa che ancora mi era oscura ed è stato proprio così, un tesoro prezioso si è svelato con il suo inestimabile valore.È stato amore a prima vista, quello sfolgorante che ti lascia il segno addosso, portando con sé i cinque Alieni che ti entrano sotto pelle e scavano in profondità rivelando ricordi, passioni sepolte che affiorano prepotenti come gli eventi che si metteranno in moto grazie alla forza dell’amicizia e al bisogno di accettare quello che siamo sempre.
Ora guardiamoli questi Alieni, gli amici del Liceo, inseparabili e indissolubili, legati l'uno all’altro dal loro Centro, il loro Sole, Alex.
Eva, di cui Alex è il grande amore, dalla sua scomparsa si aggrappa a tranquillanti e anfetamine, illudendosi di sentirsi viva poiché dal giorno del suo abbandono una parte di lei si è rotta, e quei mille pezzi giacciono ancora in fondo al suo cuore spezzato e attraversato da cicatrici grosse e dolenti che ancora sanguinano.


Ore 11: apro il mio computer e nella posta trovo un’email che inizia con ‘Cari Alieni’.
E in quel momento so già tutto. Non ho bisogno di leggere altro. Non ‘voglio’ leggere altro perché so che se arriverò alla fine di quella lettera, poi l mia vita non sarà mai più la stessa. E perché so che non esiste pillola sulla accia della Terra capace di calmare i battiti del mio cuore..”
..Quando incontrai Alex lui strinse fra le sue mani quel campo di battaglia che era il mio cuore e con il suo amore lo rifuse in un unico, integro, organo pulsante. Lo fece accarezzando le cicatrici una per una, baciandole fino a farle scomparire, lasciando che fluisse fuori il sangue raggrumato che impediva alla vita di scorrervi dentro..”

Mentre scrivo ascolto l’ultimo album AMERICA dei Thirty Seconds to Mars ed Eva mi ricorda la traccia “Rescue me”, lei per me “suona” così..
Whatever you do don’t ever play my game
Too many years being the king of pain
You gotta lose it all if you wanna take control
Sell yourself to save your soul
Rescue me from the demons in my mind,
rescue me from the lovers in my life,
rescue me from the demons in my mind
rescue me, rescue me, rescue me
rescue me”*
Rodolfo da sempre innamorato di Eva, ne raccoglie l’anima ferita dopo la dipartita di Alex, di cui disprezza il comportamento sleale e ne fa finalmente la sua compagna, pagando però un prezzo molto alto.

E non chiederò scusa per non essere stato abbastanza. Non chiederò scusa per ciò che sono. Per essere diventato la copia del padre che odiavo, per essere finito a lavorare per lui, per aver scelto di crescere nel mondo reale e non in quella bolla fatta di sogni e illusioni adolescenziali dalla quale nessuno degli altri sembra essersi staccato.”

Rodolfo suona con “Hail to the victor”, come il vincitore solitario che ha sottratto ciò che non gli spetta, come il primo della classe a cui tutti guardano con finta devozione.
Another life, another love
Another kill, another drug
Another touch, another taste
Oh, oh, oh…
Is everybody out here crazy?
Anybody want a war, war?
Everybody out here crazy
Crazy, hail to the victor”*
Melzi, il mio preferito, il simpaticone del gruppo, quello che scherzava e rideva sempre, che con la sua mole andava a chiudere lo spazio lasciato dagli altri quattro in un cerchio perfetto, ma che dopo 15 anni fatica a riconoscersi e ha vergogna di se stesso.


Lo so, non è vita questa ma è la mia. E l’unico modo per sopravvivere è fare buon viso a cattivo gioco, almeno fino a venerdì. Poi per tre giorni potrò tornare ad essere il Melzi di una volta, quello che ride e fa ridere tutti, quello che balla perché non si vergogna della sua mole, quello che si ubriaca fino a vomitare perché non deve essere responsabile o preoccuparsi per nessuno”

Il pavido, buono Melzi per me si ritrova in “The Great Wide Open”, per il senso di libertà che mi provoca, una delle tracce più belle dell'album, in cui la potente voce di Jared Leto si esplica nella sua bellezza armoniosa.
Is this life?
That we’re living
Say the prayers of a thousand tongues
Is this love?
Some new beginning
Or a night in our wildest dreams
Into the great wide open
Across the land of blood and dreams
I will save your heart from breaking
Won’t you stop, please
Set me free”*
Torquemada, cinico e freddo osservatore, colui che guarda e tutto critica, ha sofferto per l’abbandono di Alex ma con le sue capacità pungenti si è difeso facendo quello che più gli viene bene, descrivere la realtà. Così scrive un libro sugli Alieni e diventa famoso, il libro vende parecchio ed è acclamato dalla critica ma come una meteora la sua luce riflessa cesserà presto di pulsare e si ritroverà senza più nulla da raccontare.

Non sono cinico, sono lucido e obiettivo. Per questo ero io quello che scattava le foto. Perché sapevo che a nessuno fregava un cazzo di vedermi. La mia vita non è mai stata degna di attenzione..
Non mi vergogno di ammetterlo, non vi voltereste a guardarmi se passassi per strada. Non lo fareste neanche se vi urtassi la spalla o se vi scippassi la borsa. Ma se aveste bisogno di qualcuno obiettivo, acuto e spietatamente sincero, allora quello sono io. Perché sono un bravo osservatore, non mento mai e ho un quoziente intellettivo sopra la media.”

Il suo essere sprezzante e freddo mi riporta alla traccia “ One track mind
Love is like problems
We all got’ em
A dark night, remember
The sunrise, surrender
There isn’t any other way
There isn’t any other way
Hands tied, remember
Its suicide to surrender
There isn’t any other way
There isn’t any other way
I have one track mind
I have one track mind
There is a method to the madness, to the madness
Gotta have one track mind, ooh”*
Infine Alex, questo Alieno meraviglioso, catalizzatore delle vite che gli ruotano intorno, quest’essere imperfetto e fragile che sente il dovere di riparare il torto della sua fuga improvvisa. Che ricompare come un fulmine a ciel sereno a chiudere un passato doloroso per iniziare un nuovo futuro insieme a chi meglio lo comprende. O almeno spera.


Mi chiamo Alex e fra tre giorni tutto ciò che sono stato cesserà di esistere.
Sono circa quattro anni che penso e preparo il mio suicidio con meticolosa attenzione, uccidendo una piccola parte di me giorno dopo giorno, sistematicamente, senza troppi coinvolgimenti o patetismi, senza rimorsi o rimpianti..sono convinto che come una fenice rinascerò dalle mie ceneri e sarò finalmente in pace con me stesso..ma l’amore non si apprende né si può forzare..allo stesso modo posso dire che non amerò mai me stesso. Perché quando mi guardo allo specchio non riesco a trovarmi. Vedo solo un ragazzo di trentaquattro anni che non vuole crescere, un uomo che non mi piace, un’identità che non mi appartiene. Per cui preferisco ucciderla quell’immagine allo specchio, piuttosto che combattere tutta la vita per accettarla..
Eravamo cinque alieni. Cinque creature testardamente destinate a sfuggire da qualunque definizione, qualunque categoria, qualunque incasellamento. Eravamo diversi da tutti. Troppo strani per essere normali, troppo normali per essere alternativi.”

Alex è una creatura speciale, con le sue fragilità ma con un obiettivo ben chiaro, che vuole raggiungere ad ogni costo se vuole sopravvivere, per questo suona come “ Dawn will rise”
Tu dois changer avec le temps
Je dois changer ou morir
The truth comes quickly, I found out
The future’s swifty, time runs it down
A liar’s litany without a doubt
Come and hit me, strike me while I’m down
Fortunes fade in time
I must change or die
Change or die
Change or die
Silent secrets, quiet hands
I now their story, an old romance
Come and kill me while you canI will take you, this is our last dance
Fortunes fade in time
I must change or die
Dawn will rise
Dawn will rise
Dawn will rise”*
Il giorno dell’incontro si avvicina, tutti sono di nuovo riuniti insieme dopo tanto tempo. Alex deve dare spiegazioni convincenti e gli altri si aspettano da lui forse qualcosa che non avevano calcolato. Saranno tre giorni di ritorno al passato, di rievocazioni di ricordi felici di un tempo che non esiste più, ma saranno anche giorni di sofferenza in cui tutto il dolore represso emergerà prepotente come una forza distruttrice.
Ma ciò che erano lo sono ancora, tutti e cinque, e quel barlume di vita passata sarà la forza che servirà ad Alex per attuare il suo piano, per aiutarlo ad essere ciò che si è sempre rifiutato di ammettere.
Non posso e non voglio fare spoiler, il libro va assolutamente gustato e vissuto ognuno con la propria sensibilità ed è giusto così.
Vorrei solo sottolineare che la bravura di Muccino sta nella sua semplicità, poiché la sua scrittura diretta e chiara arriva dove vuole arrivare senza maschere o infarciture inutili, comunica tutta l’intensità della storia e l’assoluta spontanea immedesimazione che ritroviamo nei personaggi, perché in ognuno di essi possiamo rispecchiarci, o riconoscere un po’ del nostro passato.
È lo specchio di una generazione, quella degli anni ’90 che emerge prepotentemente dalle pagine, un mondo lontano che è solo sepolto da impegni, doveri di mariti o mogli o manager di oggi, ma a cui basta spostare leggermente il velo dei ricordi per rendere il presente più chiaro che mai.
Spero che il buon Silvio Muccino non me ne voglia se ho “copiato” il bisogno di descrivere i personaggi con tracce di canzoni e liriche che li caratterizzano, è stato il mio personalissimo contributo nell’omaggiare il suo esordio da scrittore solista.
Vi lascio care Lovers, spero di non essere stata troppo pesante ma di avervi solleticato la curiosità.

*Le citazioni dei brani sono tratte dall'album AMERICA dei Thirty seconds to Mars pubblicato il 6 Aprile 2018 dalla Interscope Records nel pieno rispetto dei diritti sul copyright.

 



Recensione                Editing



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