2 mag 2018

RECENSIONE: Gabriel Tallent - Mio assoluto amore



TITOLO: Mio assoluto amore
TITOLO ORIGINALE: My absolute darling
AUTORE: Gabriel Tallent
SERIE: /
GENERE: Narrativa Contemporanea
POV: Femminile
FINALE: Autoconclusivo
EDITORE: Rizzoli



TRAMA:



Mio assoluto amore racconta l'adorazione di un padre per la figlia, un sentimento da lei ricambiato in maniera cupa e alternante. Pressoché isolati in una vecchia casa di legno, in una parte selvaggia della California, eccoli, loro due, meravigliosi e contorti, unici. Il padre violento e sboccato, maniaco delle armi, e sua figlia quattordicenne, Turtle, incapace di parlare alle sue compagne di classe, muta per troppo amore filiale, sopraffatta dal dolore e dalla passione per un uomo che non le ha mai comprato
un vestito, che le ha insegnato soltanto a cacciare, uccidere gli animali, scuoiarli, curarsi da sola e che, per anni, le ha sussurrato all'orecchio di un mondo là fuori sfinito, chiuso nella morsa di un consumismo impazzito, un mondo che loro devono rifiutare, sradicare dalle loro menti, odiare insieme. "Mio assoluto amore" è un libro concepito in due grandi parti, come la navata e l'abside di una chiesa, discesa all'inferno e risalita di una ragazza prima prigioniera della psiche e del suo amore ossessivo per il padre, poi fuggitiva nella natura e nel corpo, in una storia incalzante, vorticosa, selvaggia e intima. È in questo arco teso allo spasimo che il linguaggio di "Mio assoluto amore" si attorciglia ai piedi del lettore come una radice infestante e lo avvolge dal basso verso l'alto, con la sua battagliera cupezza di situazioni e oltraggi e disagi e speranze e crudeltà.




RECENSIONE:


I suoi vestiti sono accuratamente ripiegati
sul ripiano, le calze infilate in un baule ai piedi del letto. Una volta
ha lasciato un lenzuolo non piegato e lui l’ha bruciato in giardino,
dicendo: «Solo gli animali rovinano le loro case, crocchetta, solo
gli animali mandano in malora le loro cazzo di case».”


Julia è una ragazzina di 14 anni che fatica a ricordare il significato delle parole ma sa colpire una moneta da dieci passi con una pistola nove millimetri. La sua storia è un insieme di note dissonanti, di contraddizioni che si susseguono senza filtro e ci lasciano spiazzati e senza punti di riferimento. Vive col padre in una casa i cui muri sono coperti dai fori delle pallottole che lui le fa sparare per esercitarsi ogni giorno, tra assi marce e stoviglie lasciate all’aperto affinché gli animali selvatici le ripuliscano dagli avanzi. La madre è morta prima di avere un qualunque impatto sulla sua vita, e quindi Julia è il prodotto delle paranoie del padre, ossessionato dall’idea che la società stia precipitando verso un’inevitabile disfacimento.


"«Non so neanche cosa dire» dice Martin. 
«Non so cosa dirti. L’umanità si sta suicidando – lentamente, rovinosamente, collettivamente caga nell’acqua dove fa il bagno, caga sul mondo solo perché non riesce a convincersi che il mondo esiste.
 Il ciccione e quella stronza, loro non lo capiscono. Ti mettono davanti dei cerchi per farti saltare dentro e vogliono farti credere che quello sia il mondo; che il mondo sia fatto di cerchi in cui saltare.
 Ma non è così, e non devi mai, mai pensarlo. 
Il mondo è la Buckhorn Bay e lo Slaughterhouse Gulch. 
Eccolo, il mondo, e quella scuola è soltanto… ombre, distrazioni. 
Non dimenticarlo mai. 
Ma devi stare attenta. Se fai un passo falso, ti portano via da me. 
Cosa dirti, allora? Che la scuola è il nulla, ma tu devi stare al gioco?»"


Può sembrare una premessa un po’ filmica, ma non c’è nulla di grandioso nella vita di Julia (o Turtle, come preferisce farsi chiamare). C’è ovviamente un lato oscuro nel rapporto tra Julia e il papà Martin, il più prevedibile e terribile, e avvelena ogni momento ed ogni pensiero della vita della ragazza, distorcendo e capovolgendo qualunque rapporto al di fuori di quello morboso e malato col padre. La sfiducia, la rabbia, il disgusto che dominano ogni interazione della ragazza - con gli altri ma soprattutto con sé stessa - permeano ogni pagina ed ogni descrizione. E Tallent bilancia l’introspezione sulle emozioni di una ragazzina costretta ad affrontare la più terribile e insidiosa forma di abuso con una prospettiva smaccatamente "machista", costruendo un’eroina che inevitabilmente si trova letteralmente ad affrontare i suoi demoni con una pistola in mano. Il risultato è una lettura che non è per nulla metodica o ordinata, che non fluisce piacevolmente ma fa combattere il lettore con ogni pagina costringendolo nei panni della protagonista, e solo così, in questo flusso di coscienza che a volte fa sembrare Mio Assoluto Amore una sorta di versione cartacea del film Hanna scritta da James Joyce.


"Turtle sale i gradini e appoggia l’ar-10 allo stipite della porta. 
È il suo fucile, un Lewis Machine & Tool con mirino us Optics 5-25x44. 
Lo adora, ma è maledettamente pesante. 
Rosy saltella davanti a lei sbatacchiando le orecchie. 
«Chi è il cagnolino più bello?» le chiede Turtle."


E forse questo rende lo svolgimento della vicenda l’aspetto meno interessante del libro, che segue abbastanza religiosamente la formula dei tre atti - quasi a suggerire che l’autore in qualche modo si aspetti una possibile resa sul grande schermo. E anche quando la storia accelera a ritmi impazziti verso un finale fragoroso e tesissimo, manca sempre quella risoluzione interna, quella liberazione nel flusso di coscienza che porta un sollievo che non arriva mai.

A dirla tutta, l’escamotage che trova l’autore per scatenare la ribellione di Turtle può sembrare quasi troppo ovvio e scontato, al limite del surreale, ma questa “buona uscita” è ripagata dall’epilogo (forse la parte più bella del libro) che ci mostra come liberarsi dall’orco, sia solo l’inizio della battaglia.

Insomma, se siete alla ricerca di una lettura impegnativa, diversa dalle altre, Mio assoluto amore è il libro che non deve mancare nella vostra libreria (non per altro è stato eletto miglior esordio americano del 2017), e quindi non posso far altro che consigliarvelo.


"Lo guarda, poi lascia andare indietro la testa, 
chiude gli occhi e sente che la sua anima è uno stelo di menta selvatica cresciuto nel buio delle fondamenta, 
proteso verso una lama di luce fra le assi del pavimento, avido e affamato di sole.”






Editing a cura di:






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