6 mar 2018

RECENSIONE: Yannick Roch - Il maestro dei morti

TITOLO: Il maestro dei morti
AUTORE: Yannick Roch
SERIE: /
GENERE: Poliziesco
POV: Maschile
FINALE: No Cliffhanger
EDITORE: Les Flânuers

TRAMA


Parigi 1933. La moglie del celebre editore Ambroise Lathune, Géraldine, scompare improvvisamente. Poiché la polizia, capeggiata dall’ispettore Lequeof, dopo quattro giorni, brancola ancora nel buio più pesto, la giovane figlia di madame Lathune, Sophie, si rivolge disperata a due investigatori privati. Si tratta del pragmatico Tortue e del suo socio, lo stravagante Renard. Il timore che la donna sia vittima di una mente criminale e occulta colpevole della sparizione di una serie di persone è davvero elevato.
Inizia così la rocambolesca indagine – che si svolge in cinque giorni e si dipana in undici brevi capitoli oltre all’epilogo – tra i vizi e le virtù dell’alta borghesia che abita i bellissimi palazzi della Ville Lumiere e la moda del momento per gli spettacoli di magia dell’ambiguo Monsieur Larnac, che trascineranno i nostri due curiosi protagonisti in un vortice di enigmi e segreti che saranno puntualmente svelati alla fine della storia.
“Il maestro dei morti”, il gradevole esordio letterario del francese Yannick Roch – che adesso vive in Italia, dove insegna francese e si occupa di traduzioni – segue la tradizione classica dei polizieschi, in puro stile Sherlock Holmes. Deliziosi i personaggi minori, come Flo, la governante di casa Lathune e il gruppetto di amiche della progressista madame Gèraldine, ciascuna con il suo bello scheletro nell’armadio.


RECENSIONE

Buongiorno Lovers.
Questa volta mi sono cimentata con un libro poliziesco, genere che viene al secondo posto tra i miei preferiti, e devo dire che è molto carino. Il Maestro dei morti è ambientato nella Parigi aristocratica all’inizio degli anni ’30, periodo critico alla fine della Grande Guerra e con il sentore nell’aria di problemi politici in Germania e in Italia.

“Dall’origine del mondo, l’uomo ha sempre dovuto lottare per la sopravvivenza. Ma sapeva che la Morte era una presenza costante.”

Renard e Tortue sono due investigatori privati in società che spesso aiutano la polizia quando non riesce a risolvere dei casi particolarmente difficili. Renard, tra i due, è quello scafato, con più esperienza, che non ha problemi a ricorrere a qualsiasi mezzo pur di riuscire a risolvere il caso, spesso improvvisa e si affida a persone poco raccomandabili per ottenere informazioni preziose. Tortue, invece, è quello più riflessivo, pratico ed è, praticamente, l’aiutante di Renard. E’ a loro che si rivolge Sophie Lathune quando, dopo quattro giorni dalla scomparsa misteriosa della madre, la polizia non è ancora riuscita a trovare una pista da seguire.

“E’ molto difficile per una donna essere considerata nella sua essenza: i mariti vedono una moglie, i figli vedono una madre e gli amici incollano sempre delle etichette per definirla in un modo sommario e arbitrario.”

La classe aristocratica di cui si parla nel libro è una casta chiusa che non vede di buon occhio l’arrivo di persone nuove e, soprattutto tra le donne, l’invidia e la gelosia sono sempre presenti nei rapporti di amicizia. Si sta molto attenti alle persone che si frequentano e certi rapporti non possono avere un futuro se le famiglie sono “rivali”. I matrimoni sono puramente la clausola di chiusura di un buon contratto economico tra le famiglie in questione ed è così anche nel caso di Ambroise e Géraldine Lathune. Ambroise è un importante e ricco editore molto conservatore che ha sposato una donna bretone per salvare l’azienda della sua famiglia, grande produttrice di sidro. Géraldine con questo matrimonio è salita di un gradino nella scala sociale ma, per contro, si ritrova chiusa in una gabbia d’oro dove l’unico sfogo è rappresentato dall’incontro settimanale con le sue pseudo-amiche, donne aristocratiche che come lei non hanno altro da fare che passare il tempo spettegolando e litigando. Ma è solo quando in città arriva Monsieur Larnac con le sue arti magiche e oscure che queste donne hanno un nuovo motivo per rivaleggiare tra loro, per acquisire potere le une sulle altre e per approfondire un argomento completamente nuovo: l’occulto.

“La morte del corpo non è altro che la nascita dello spirito. Gli occhi dello spirito vedono tutto e leggono le menti e i cuori, come noi leggiamo i libri.”

Il libro è molto carino, l’ambientazione è originale e gli argomenti trattati non sono quelli soliti del genere poliziesco. I personaggi sono descritti bene e anche quelli secondari sono interessanti. Personalmente ho avuto qualche difficoltà con i nomi dei personaggi perché tanti di loro iniziano con la lettera “L” e ad un certo punto ho dovuto fermarmi per fare mente locale ma, a parte questo, il libro è davvero molto scorrevole. Visto che questo è il libro d’esordio di Yannick Roch spero che nel prossimo futuro ne escano altri, magari con protagonisti i due investigatori Renard e Tortue!

A presto.



Editing a cura di Nevaeh

2 commenti:

  1. Ciao,

    sono l'autore del Maestro dei Morti e vi ringrazio per questa bella recensione. Ho preso la libertà di segnalarla sul mio blog.

    Fate un bel lavoro, continuate così!

    RispondiElimina

Ti potrebbe anche interessare:



Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...