TITOLO: Cronache di un gatto viaggiatore
TITOLO ORIGINALE: Tabineko ripôto
AUTORE: Hiro Arikawa
SERIE: /
GENERE: Romanzo
POV: Alternato
FINALE: Autoconclusivo
EDITORE: Garzanti
TRAMA
Nana è un gatto randagio che vive di espedienti. Con la sua bizzarra coda a forma di sette è fiero della sua indipendenza. Ma un giorno ha un incidente. A salvarlo e a prendersi cura di lui è Satoru. Nana all'inizio non si fida, graffia e si ritrae. Non è abituato all'affetto degli uomini. Anche Satoru da tanto tempo non permette a qualcuno di avvicinarsi. Eppure capisce subito come far cambiare idea a Nana: un po' di cibo, una cuccia calda, qualche coccola furtiva. E tra i due nasce un'amicizia speciale che riempie la loro vita.
Fino al giorno in cui Satoru deve trasferirsi e non può più occuparsi di Nana. È allora che i due decidono di fare un viaggio, su una vecchia station wagon color argento, per trovare un nuovo padrone tra le amicizie di Satoru. Tra filari di betulle bianche, peschi c canne di bambù, attraverso un Giappone pieno di colori, profumi e panorami dal fascino infinito, incontrano il migliore amico di Satoru da bambino, la prima donna che ha amato e poi perso e il suo compagno di scorribande delle medie. Ma nessuno di loro può prendersi cura di Nana. Sarà invece quest'ultimo ad arricchire le loro vite ricordando quali sono le cose importanti, quelle che regalano gioia e serenità. E quando il viaggio è quasi alla fine, il gatto e il suo padrone capiscono che non possono fare a meno l'uno dell'altro. E che, qualunque cosa accada, vogliono stare insieme. Nonostante tutto. Nonostante ci sia una verità che Satoru non ha il coraggio di dire a Nana. Eppure non ha più importanza. Perché il loro legame durerà per sempre.
Fino al giorno in cui Satoru deve trasferirsi e non può più occuparsi di Nana. È allora che i due decidono di fare un viaggio, su una vecchia station wagon color argento, per trovare un nuovo padrone tra le amicizie di Satoru. Tra filari di betulle bianche, peschi c canne di bambù, attraverso un Giappone pieno di colori, profumi e panorami dal fascino infinito, incontrano il migliore amico di Satoru da bambino, la prima donna che ha amato e poi perso e il suo compagno di scorribande delle medie. Ma nessuno di loro può prendersi cura di Nana. Sarà invece quest'ultimo ad arricchire le loro vite ricordando quali sono le cose importanti, quelle che regalano gioia e serenità. E quando il viaggio è quasi alla fine, il gatto e il suo padrone capiscono che non possono fare a meno l'uno dell'altro. E che, qualunque cosa accada, vogliono stare insieme. Nonostante tutto. Nonostante ci sia una verità che Satoru non ha il coraggio di dire a Nana. Eppure non ha più importanza. Perché il loro legame durerà per sempre.
RECENSIONE
Ho iniziato il 2018 con
un'esperienza nuova. Non avevo mai letto un romanzo di un
autore/un'autrice giapponese. Con le Cronache di un gatto
viaggiatore mi sono addentrata
in un mondo nuovo, in una scrittura che fin dalle prime pagine si
differenzia enormemente da quella occidentale.
Nelle
Cronache di un gatto viaggiatore ho
ritrovato quello stile che già avevo evinto da alcuni film orientali
visti in passato, quell'atmosfera che nella sua serenità sembra
sempre celare un po' di buio, che fa sembrare ai nostri occhi una
felicità a metà.
Cominciamo
quindi con la trama.
Tutto
il libro gira attorno a Satoru e al suo gatto Nana. I due si
incontrano quando Nana ha non più di un anno e si ritrova vittima di
un incidente. L'idea iniziale di Satoru era quella di tenere il gatto
fin tanto che la zampina lesa non fosse guarita, ma alla fine della
convalescenza i due non riescono a separarsi. Convivono per cinque
anni ma poi arriva l'imprevisto.
Satoru si vede costretto ad allontanarsi da Nana e così comincia il
viaggio dei due attraverso il Giappone, alla ricerca di un posto
perfetto in cui lasciare il gatto.
Satoru
rintraccia i suoi vecchi amici per chieder loro disponibilità. Ed è
proprio grazie a questi vecchi amici che veniamo a conoscenza della
storia di Satoru. Ognuno di loro reincarna un periodo ben definito
della vita del giovane ragazzo: abbiamo Kōsuke,
che appartiene all'infanzia di Satoru, Yoshimine, con cui riviviamo i
tempi del liceo, ed infine Sugi e Chikako, con cui ritorniamo agli
anni universitari.
Il
libro ci propone molti punti di vista: in primis quelli di Satoru e
Nana. Ma in ogni capitolo viviamo la realtà anche attraverso gli
occhi dell'amico appartenente a quel dato periodo della vita di
Satoru. Quindi per ogni capitolo abbiamo almeno tre punti di vista, e
se molti autori spesso riescono a metterci in confusione con solo due
punti di vista, posso dirvi che qui la confusione non si crea nemmeno
per mezzo secondo.
Hiro
Arikawa ha creato un'opera d'arte, completa in ogni suo elemento.
Cronache di un gatto
viaggiatore è un romanzo che mi
rimarrà sicuramente dentro il cuore.
Chiuso
il libro ho pianto per diversi minuti (con tanto di marito che rideva
di me).
Da
subito ho sentito un vuoto e soltanto diverse ore dopo mi sono resa
conto di quanto piena in realtà fosse la mia anima. Satoru mi ha
insegnato tanto, e non è una frase fatta. Mi ha insegnato che c'è
sempre un qualcosa per cui dobbiamo ritenerci fortunati, che fare
le vittime non serve a nulla, sorridere alla vita invece sì, serve
sempre.
Lovers,
penso di essere stata abbastanza chiara in questa recensione. Il
libro ve lo consiglio e se potessi lo regalerei a ciascuno di voi.
Vi
lascio con un estratto. A presto.
«Nana!»
La
voce di Satoru ha assunto un tono disperato.
«Nana!
Nana! Dove sei?»
Non
potendo starmene lì impalato a guardare Satoru che lanciava richiami
in lontananza, ho gridato con tutta la voce che avevo: Sono
qui, ho detto!
Ho
guardato in alto verso le spighe di susuki: ancora più su, con il
sole alle spalle, c'era Satoru che mi ha individuato. Nell'istante
stesso in cui i nostri sguardi si sono incrociati, il suo viso teso
si è rilassato. E poi anche nello sguardo si è allentata la
tensione. Sulle lacrime che gli erano scivolate lungo le guance si è
riflessa la luce del sole.
Senza
dire una parola, Satoru si è inginocchiato a terra e mi ha
abbracciato stretto.
Ehi,
un po' mi fai male! Così mi strizzi le budella!
«Sei
uno stupido! Se ti perdo di vista in un posto come questo non riesco
più a trovarti!»
Mentre
mi rimproverava aveva la voce rotta dal pianto.
[…]
«Non
mi abbandonare... Resta accanto a me!»
Editing a cura di shasha5_
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