18 ott 2017

RECENSIONE: Joël Dicker - La verità sul caso Harry Quebert

TITOLO: La verità sul caso Harry Quebert
AUTORE: Joël Dicker
SERIE: /
GENERE: Thriller
POV: Alternato
FINALE: Autoconclusivo
EDITORE: Bompiani



TRAMA 

Estate 1975. Nola Kellergan, una ragazzina di 15 anni, scompare misteriosamente nella tranquilla cittadina di Aurora, New Hampshire. Le ricerche della polizia non danno alcun esito. Primavera 2008, New York. Marcus Goldman, giovane scrittore di successo, sta vivendo uno dei rischi del suo mestiere: è bloccato, non riesce a scrivere una sola riga del romanzo che da lì a poco dovrebbe consegnare al suo editore.
Ma qualcosa di imprevisto accade nella sua vita: il suo amico e professore universitario Harry Quebert, uno degli scrittori più stimati d’America, viene accusato di avere ucciso la giovane Nola Kellergan. Il cadavere della ragazza viene infatti ritrovato nel giardino della villa dello scrittore, a Goose Cove, poco fuori Aurora, sulle rive dell’oceano. Convinto dell’innocenza di Harry Quebert, Marcus Goldman abbandona tutto e va nel New Hampshire per condurre la sua personale inchiesta. Marcus, dopo oltre trent’anni deve dare risposta a una domanda: chi ha ucciso Nola Kellergan? E, naturalmente, deve scrivere un romanzo di grande successo. La verità sul caso Harry Quebert è un fiume in piena, travolge il lettore e lo calamita dalla prima all’ultima pagina. è il giallo salutato come l’evento editoriale degli ultimi anni: geniale, divertente, appassionante, capace di stregare prima la Francia, poi il mondo intero. 


RECENSIONE 

Recensione, recensione, recensione… 
Mio caro libro, come sono in difficoltà con te! 
La verità sul caso Harry Quebert è uno di quei libri di cui tanto si sente parlare che, una volta cominciato a leggere, ti aspetti i fuochi d’artificio in ogni singola parola.  
Il libro consta di 770 pagine, quindi immaginate quanti fuochi d’artificio mi aspettavo! 
E ci son stati, ma non come credevo… 
Partiamo dall’inizio. 

“La vita è una lunga caduta, Marcus. La cosa più importante è saper cadere.” 

Marcus Goldman è uno scrittore in crisi a causa della stesura - o meglio, non stesura - del suo secondo romanzo. Il primo l’ha portato ai vertici di tutte le classifiche del paese. È divento LO scrittore del momento, gli ha portato fama, soldi, donne e ora si ritrova con qualcosa simile al nulla. La fama sta sbiadendo, le donne se ne sono andate e così pure i suoi soldi. 

In aiuto di Marcus arriva Harry Quebert, autore de Le origini del male, ex professore universitario ormai in pensione. Quebert è l’idolo di Marcus. Tra i due, fin dai tempi dell’università, è nata un’intesa speciale. Seppur con differenti età e un diverso passato i due si ritrovarono a crescere insieme, consolidando così un rapporto simile a quello tra un padre e un figlio.  

“Marcus, sai qual è l’unico modo per misurare quanto ami una persona?” 
“No.” 
“Perderla.” 

Ci ritroviamo quindi col primo colpo di scena: nel giardino della casa di Quebert viene ritrovato un cadavere. È Nola, una ragazzina scomparsa 33 anni prima all’età di quindici anni. 
E da qui comincia tutto. 
Perché Nola si trovava proprio lì? C’è qualcosa che lega il professore a quella ragazzina così giovane? E il famoso romanzo che ha portato Quebert al successo ha qualcosa a che fare con la sua morte? 
Questi sono i principali quesiti a cui si tenta di dar risposta lungo il romanzo. 
  
“Tu vuoi farmi parlare d’amore, Marcus, ma l’amore è complicato. L’amore è molto complicato. E’ la cosa più straordinaria e al tempo stesso la peggiore che possa capitare. Un giorno lo scoprirai. L’amore può fare molto male. Questo non significa che si debba aver paura di cadere, e soprattutto di precipitare nella voragine dell’amore, perché l’amore è anche bellissimo ma, come tutto ciò che è bello, abbaglia e fa male agli occhi. È per questo che spesso, dopo, si finisce per piangere.” 

Un romanzo che tra i suoi principali pregi ha quello della facile lettura. Scorre velocemente, non annoia mai e, cosa non di poco conto, non si fa mai banale. 
Ma basta questo per rendere un romanzo un bel romanzo, se non un romanzo memorabile? 
Non lo so, non ne sono convinta.  
Da amiche che l’avevano già letto mi era stato detto che il colpo di scena arrivava all’ultimo terzo del libro. Da quel punto in poi non si riuscivano più a staccare gli occhi dal libro.  
Ho capito poi che con ultimo terzo si intendevano letteralmente le ultime 100 pagine. È da lì che succede di tutto, è lì che arriva quella che io chiamo “la ciccia”. 

E poi succede di tutto. Nelle ultime trenta pagine succede il finimondo. 
Ed è troppo. Ho trovato che ci fossero troppe cose tutte accumulate in quelle poche pagine e la cosa mi ha infastidita…  
La cosa mi fa “scadere” il romanzo? No, rimane comunque un bel libro, una lettura piacevole di cui sicuramente non mi pento. 

“Noi siamo scrittori perché facciamo in maniera diversa una cosa che tutti sanno fare: scrivere. In questo sta tutta la sottigliezza.” 

E voi? Vi siete lasciati trascinare dall’onda Quebert? 
  
A presto, Lovers! 


Recensione a cura di Nevaeh
Editing a cura di kirsten 

5 commenti:

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